Io quando comincia il freddo vado in clausura.
Ma non in convento. A casa.
Sto a casa.
Non esco.
Sto a casa e non esco.
E anche se la gente mi dice dai-esci-che-fai-a-casa.
Io no. Sto a casa e non esco.
Ché il pensiero di cambiarmi, di mettermi i vestiti freddi, per uscire.
No. Io sto a casa e non esco.
C’ho il pigiama a casa. Caldo.
Fuori no.
Le coperte che coprono.
I piumoni che piumonano.
E i termosifoni che termosifonano.
Fuori no.
E io sto a casa.
Anche se mi dicono di andare in un posto chiuso, coperto.
Io no. Non esco.
Perché tra me e il posto chiuso c’è la strada.
E la strada è aperta.
Scoperta.
Niente coperte.
E allora no. Non esco.
A casa, a mali estremi, c’è il forno.
È grande il mio forno.
Sì, c’è anche il freezer.
Però c’è anche il forno.
E il forno è chiuso.
Io quando comincia il freddo sto a casa.
Al chiuso.
Coperto.
Nel forno.
E sto bene.
chiuso, coperto, forno….dentro al forno. se hai le penne e una roba strana che ti pende dal naso sei diventato un tacchino.in quel caso stai lontano dagli americani!
Le penne ce l’ho. Inchiostro liquido va bene?
La roba che pende dal naso… sì, a volte mi capita…
Mmm… Penso che me ne starò in Italia per un po’…
però è vero che son tutte donne, eh?!
complimenti per la bella calligrafia.
buonasera
Un benvenuto a oberico e tullio. Ché i travestiti (travestimenti) qui son benaccetti.
E grazie per i complimenti.
grazie.